Quando mi trasferii in Australia per la prima volta, nel 2007, e vivevo di lavoretti faticosissimi e incertezza assoluta, mi resi conto che esisteva un numero impressionante di ragazze e ragazzi italiani che stavano vivendo la mia stessa esperienza, e di cui non si sapeva praticamente niente. Per questo motivo decisi di ritagliarmi un po’ di tempo alla sera, quando tornavo dopo aver servito ai tavoli o raccolto frutta o scaricato casse, e mettermi a scrivere di questi ragazzi, ignorati dal loro Paese e messi a dura prova da quest’altro.
Nacque così “Latinoaustraliana”, che fu anche il primo libro a descrivere quella che venne definita generazione “Working Holiday”, ovvero tutti quei ragazzi, non ancora trentenni, che decidevano di fare un anno in Australia nella speranza (spesso disperata) di poter rimanere lì a lungo, magari per sempre.
Ho scritto questo libro per dire a chi leggeva in Italia: guardate, esiste anche questa realtà –fatta di gente che un giorno sale su un aereo e fa quindicimila chilometri, sbucando dall’altra parte del mondo, magari con poche risorse ma una grande determinazione e un coraggio che vale la pena ricordare.
L’ho scritto anche per coloro che si trovavano in Australia, o volevano andarci, e dir loro: tranquilli, non siete soli. Anche altri si sono sentiti come voi, persi nella notte d’Australia, sospesi tra la strada di casa e un futuro in bilico. C’è chi c’è l’ha fatta, chi no, ma l’Australia lascia sempre il segno.
Infine, l’ho scritto per tutti coloro che sapevano solo vagamente cosa fosse l’Australia, magari basandosi su “Crocodile Dundee” e simili, per dir loro: anche se non sapete dov’è, anche se non ci pensate nemmeno a fare 22 ore di volo per arrivarci, esiste comunque questo Paese vasto come un continente, vasto, selvaggio e folle come mai potreste credere. Per onorarlo, ho deciso di raccontare anch’io una storia selvaggia e folle come poche, mettendoci dentro il mio umorismo di cui purtroppo non potrei fare a meno.
Per loro e per tutti gli altri posso dire: “Latinoaustraliana” è un viaggio che non vi aspettereste mai di fare, e una volta finito, vi dispiacerà dover scendere e ricominciare. Vi farà notare cose nuove, vi farà ridere, vi farà arrabbiare, vi porterà a spasso –non con il tono della guida turistica, ma di un amico con cui vai in giro e ti fermi a bere una birra in ogni posto nuovo, fino a dimenticare da dove sei partito.
Ricorderai solo dove sei diretto.
Questo è Latinoaustraliana.