Vivo abbastanza: lettera ad un amico dall’Australia
Ciao, come stai?
È un po’ che non ci sentiamo, e oggi mi va di raccontarti di come sta andando –anche se non l’hai chiesto, anche se hai le tue cose a cui badare.
Non ci sono grosse novità. Lavoro, casa, qualche guaio nel fine settimana. Non so in quali grandi avventure potrebbe ficcarsi un 33enne con i capelli già bianchi e il fegato che ne ha viste un po’, ma tutto sommato non mi lamento. È un equilibrio squilibrato, e mi sta bene.
Non imparo molto, e forse è questo il guaio. Ho ripreso a leggere, ma quello che leggo non mi basta. Forse sono i libri che sto leggendo, nessuno scrittore che accenda luci nel buio, che ti dia una strizzata ai coglioni. E allora i coglioni sonnecchiano, in questo ciclo veglia-sonno con orari precisi e in fin dei conti nemmeno troppo stressanti.
Sono nella terra del “take it easy”, della rilassatezza come Stile di Vita, eppure non riesco a lasciarmi andare. Magari la prendo già “easy” di mio, e quando tutti fanno allo stesso modo allora, per spirito di contraddizione, devo scazzare in qualche modo. Sono nervoso in questi giorni. Magari una scopata sistema tutto, magari è la Luna in Toro, magari sono gli spaghetti di soia di ieri sera. Magari è lo scrivere.
Però, nonostante tutto, quello non va troppo male. Ogni tanto scrivo qualche poesia, quando torno dal lavoro e mi metto nudo con una penna in mano. E poi ho cominciato una cosa ma non voglio parlartene ancora, perchè ho paura che diventi uno dei miei tanti progetti lasciati a metà.
La mancanza di organizzazione –altrimenti detta fancazzismo– mi fotte, insieme a questo Tempo del cazzo. Il Tempo. Non mi sembra vero che sono già passati due mesi e mezzo dalla mia partenza dall’Italia. Due mesi e mezzo, cazzo. Ma ci crederesti? Ma com’è che i giorni vanno via così veloci? È una cosa buona, secondo te? Così stringiamo le chiappe, ci scordiamo di tutto e puntiamo dritti verso un periodo in cui avremo prostate come pompelmi e tanto tempo per parlare di quando non avevamo mai tempo?
Questo è il trucchetto col quale ci mandano avanti. Domani, ti dici, sempre domani, o anche dopodomani –e intanto i venti diventano trenta e i trenta quaranta, e prima che te ne possa accorgere sei diventato tuo padre. Ora capisco perchè le rockstar schiattavano a 27 anni.
Tempo a parte, mi manchi, amico e amica. In questi giorni senza ore, in queste ore senza minuti non ascolto molto la mia anima, ma mi sembra di stare mettendo da parte ricordi storielle racconti per te, per tutti gli altri, e allora forse non è tutto sprecato. Ogni tanto mi faccio qualche risata come si deve. Passo troppo tempo insieme ad altra gente e troppo poco da solo con me stesso. Mi chiedo poche cose, mi faccio sempre meno domande. Ma è così che funziona, come una vecchia auto che non ti chiedi più il perchè e il percome di quello strano cigolìo, fintanto che cammina e ti porta dove devi andare.
Per il resto, l’estate si fa annunciare ogni giorno sempre di più da cieli azzurri da ubriacare l’occhio e da quegli odori che solo questa stagione porta con sè. Ogni tanto mi fermo a riflettere su questi odori, sul quanto sono diversi da quelli della mia estate siciliana, così come lo erano dalle estati romane che passavo tra un esame e l’altro. Piccoli flash nostalgici, che spesso mi fanno apprezzare ancora di più quello che vedo –perchè, anche quando hai le palle girate come me in questo momento, c’è sempre una forma di bellezza intorno, e se ne puoi godere, allora sei vivo abbastanza.
Sì, sono vivo abbastanza: senza troppe notti in compagnia della mia anima, senza grandi progetti se non quello di vedere cosa succede più in là, in questa storia che preannuncia ancora nuovi personaggi e colpi di scena. Ma vivo abbastanza da capire che sono ancora qui combattivo, incazzato e incazzoso, innamorato e pieno di sogni come il primo adolescente che passa. Ho appunti di lavoro e fogli pieni di poesie. Ho una finestra aperta con il giardino ormai in penombra. Ho una birra in frigo e qualcosa da raccontarti per quando ci rivedremo. Ho i miei ricordi che mi tengono sveglio e mi fanno compagnia e mi fanno sorridere. Ho le mie manie, le mie illusioni, le mie guerre che non finiranno mai. Ho da scrivere, da pensare, da fare l’amore. Ho da mangiare e poi restare a guardare. Ho questa indole da vendinuvole che mi è capitata, e non potrei sentirmi più fortunato -quando le parole si mettono in fila e arrivano alla fine del rigo e semplicemente strabordano in quello sotto. Ho dei libri che ti strizzano ancora i coglioni dopo anni e anni. Ho dei bei quadri cazzuti alle pareti. Ho amici vecchi e nuovi, e tutti loro hanno qualcosa di speciale. Ho voglia di non fermarmi e di parlarti di me, di tanto in tanto.
So che non me l’hai chiesto, ma mi ha fatto piacere.
Ma adesso dimmi, amico e amica: a te come va?
Marco Zangari © 2012
www.marcozangari.it
Pagina Facebook: Marco Zangari
Brano pubblicato sul blog Hotel Morgana il 30 ottobre 2012.
Gary Montagner
Posted at 07:54h, 01 novembreCiao Marco, scusami se il mio italiano e un po’ all’antica, ma ho un po’ di tempo per risponderti.
Sono sicuro che come te molti altri italiani qui da poco hanno le stesse riflessioni tue. Ti posso dire che, e di questo ne sono sicuro, nei prossimi anni incui vivrai in questa terra strana (potrei elaborare con, nessuno sa mangiare [io sono qui da molti anni e anche se evvero che negli ultimi decenni la gente si e’ educata un po’ sul benessere, ma lo stesso ne ha ancora tanta strada da fare], parlano/iamo un inglese che se chiedi a uno qualunque di farti uno ‘spelling’ di una parola strana non lo sa fare, oramai tutti bevono il caffe’ e se ne vantano senza mai aver aprezzato un vero espresso, insomma potrei continuare ma mi fermo li), trascorrerai dei momenti bellissimi, vedrai cose della natura che come dici tu ti ubriacheranno gli occhi, farai nuove conoscenze strane e colorate non solo belle ma anche durative, magari comincerai a fare qualcosa che ora come ora neanche te lo immagini e da li vedrai che l’Australia ti portera’ prosperita’ e poi una cosa che magari tanti qui danno per scontato o non ci fanno d’avvero caso, non dovrai guardarti le spalle o aver paura di perdere qualcosa a cui tieni valore, come oramai succede quotidianamente nella nostra amata Italia.
Continua pure a scriverci. Un abbraccio e auguri
marcozangari
Posted at 04:10h, 18 dicembreGrazie mille per le tue bellissime parole, Gary. Parli da “innamorato critico” dell’Australia, cosi’ come lo sono io ormai da 11 anni (questo pezzo ha ormai qualche anno). E’ vero, a star qui si perde qualcosa, a volte tanto, troppo in termini di affetti, ma e’ una terra che sa essere generosa quando vuole -e quando succede, non te ne dimentichi piu’. Io, di mio, seguiro’ il tuo consiglio e continuero’ a scriverne. Un abbraccio, Marco
Sergio
Posted at 08:26h, 11 novembreA me va bene , l Italia è stupenda diversa da regione a regione ,posti incantevoli da nord a sud da est ad ovest , mare montagna vento o collina laghi o castelli , qui hai tutto, famiglia amici cosa volere di più , vivere lontani da tutto ciò non sarebbe vita ma rinchiudersi in un forte militare aspettando nostalgici la fine dei nostri giorni