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Benvenuti all’Hotel Morgana

 

(Questo pezzo è il primo, storico post dell’ Hotel Morgana, il blog/community che ho fondato nel lontano 2007 insieme ad un amico. Il Morgana nasceva prima dei social, e negli anni ha permesso a tanti visitatori di scrivere, condividere, riflettere e chiacchierare davanti ad un Mojito. Io stesso ho scritto centinaia di post, alcuni dei quali sono poi entrati a far parte del mio romanzo, “Latinoaustraliana”. Se volete fare un giro nell’Hotel, potete cliccare qui.)

 

Iniziare un viaggio non è mai semplice. Ci sono sempre valigie da preparare, voli da prenotare, spazzatura da buttare, persone da salutare. Bisogna essere puntuali all’appuntamento, ed essere pronti a tutto. C’è entusiasmo, curiosità, ma anche incertezza. Confusione. Si lascia qualcosa per qualcos’altro, senza sapere bene cosa succederà. In questo, partire è un po’ come nascere, anche se il famoso detto recita diversamente. Si muore e si viene al mondo, al prezzo d’un biglietto di sola andata.

Una volta arrivati sul posto, subentra il caos. Posto nuovo, gente nuova. Un’altra lingua, forse, o la stessa usata in maniera diversa. Troppe alternative, troppe strade da percorrere, troppi itinerari da seguire. Le mappe non bastano, l’acqua nemmeno, e sicuro come la morte, hai lasciato a casa quelle pochissime cose che davvero potevano servirti.
L’Hotel Morgana è pieno di gente così, persone indecise se scappare o rimanere, se piangere o riderci sopra, se nascondersi o darsi davvero da fare.

L’Hotel è tutto quello che c’è prima, è un’attesa ma anche, a sua volta, un viaggio nel viaggio. Alcune stanze sono vuote, altre sono piene da una vita. C’è gente sballata, qualcuno che s’è perso, altri semplicemente che aspettano nell’atrio coi loro bagagli. C’è quello che non sta mai zitto e quello che si fa i cazzi suoi, lo spirito libero e il noioso, il pazzo e la suora, l’impiegato e l’evaso, c’è gente che viene a scopare e altra che si fa un bicchiere al bar di sotto per dimenticare, c’è chi racconta una barzelletta dietro l’altra e chi non smette mai di fare il profondo. Al Morgana c’è posto. Non appartiene a nessuno perché è di tutti –di quelli che restano come di quelli che vanno via. può essere un posto dove riflettere incazzarsi sognare, o semplicemente (spesso) un’occasione per fare casino fino al giorno dopo.

Ognuno qui dentro ha la sua storia ancora da raccontare, che sia un aneddoto di viaggio, una battuta oscena o una ricetta. Lasciateci dire che non ce ne frega un cazzo. L’Hotel è anarchico per natura, libero per natura. Non ci sono direttori, qui. Potete suonare il campanello finchè volete, non spunterà mai fuori un tizio in giacca e cravatta che vi da del signore e vi spiega cosa fare. Qui siamo all’Hotel Morgana, e ognuno fa come gli pare.
Quindi proponete, scrivete, vomitate. Non lasciatevi spaventare. Non siamo filosofi, e non siamo solo dei cazzoni. I muri del Morgana sono pronti ad essere riempiti di tutto quello che avete dentro –lo sfogo, la poesia, il vaffanculo, tutto- e di stanze vuote ce n’è ancora un po’. Non importa da dove scrivete, o come, e forse nemmeno perché. Al Morgana si incontra gente di tutti i tipi. Non stupitevi se troverete qualcuno che parla un’altra lingua. Questo è un luogo di passaggio, un rifugio. Una casa-famiglia per pensieri alla deriva. Un momento per tirare il fiato. Un posto dove farsi due risate. Un puttanaio d’altri tempi. Questo è il posto che farete voi.
Quindi entrate e mettetevi comodi. Posate le valigie. Aprite la finestra. Date un’occhiata in giro. Fate come se fosse casa vostra.
Lungo il viaggio, come disse qualcuno, ci saranno ragazze, visioni, tutto.
Per il momento, benvenuti all’Hotel Morgana.

 

(Originariamente pubblicata su Hotel Morgana il 26/8/2007)

 

Marco Zangari © 2007
www.marcozangari.it
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