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  Cara M. come siamo messi a ricordi? Io bene, nel senso che ne ho tanti, fin troppi, ma ormai ho una sorta di filtro che mi permette di lasciar fuori quelli più dolorosi e lasciar passare tutti gli altri. Ogni tanto me ne perdo anche qualcuno buono, lo so, ma è il prezzo da pagare. Tra quelli che sono rimasti, c’è quel pomeriggio di 6 anni fa. Avevo appena iniziato il mio nuovo lavoro ed ero stato mandato a fare la mia prima intervista radiofonica ufficiale. Per tutta la strada...

  Un giorno le mie poesie finiranno in fondo a ceste delle frutta e chiavi di casa fogli volanti persi tra i cassetti nuvole di una tempesta a cui nessuno fa caso Versi pessimi e frasi riuscite andranno tutti nella riciclabile in bidoni svuotati da uomini col pensiero del mutuo e foto di tette nel telefonino a rischiarargli la giornata Qualcuno guarderà a quei quaderni come erezioni insoddisfatte del sabato sera a sbadigli del lunedì mattina dimenticandoli alla prossima notifica L’immortalità dell’arte è come quella della carne un grande bluff a cui crediamo finchè ci conviene farlo Io continuo a bluffare nelle ore prima dell’alba piazzando scommesse grandiose e inutili con l’aria di chi sa...

  Scrivere, nell’ipotesi migliore, è una vita solitaria. Lo scrittore cresce nella sua statura pubblica, mentre nasconde la sua solitudine e spesso la sua opera si deteriora. Perché fa il suo lavoro da solo e se è uno scrittore abbastanza bravo deve affrontare ogni giorno l’eternità o la mancanza di essa. Per un vero scrittore ogni libro è un inizio nuovo in cui tenta di raggiunngere qualcosa che è irraggiungibile. Deve sempre tentare qualcosa che non è mai stato fatto o altri hanno tentato senza riuscire… Ho parlato troppo...

  tempo che cambia in una notte vento di burrasca in coperta e su me col motorino il casco come uno scafandro mi immergo in un acquario di nuvole che corrono e auto ferme agli incroci da dentro lo scafandro vedo strane creature che bevono caffè che fissano appuntamenti che progettano pranzi credendosi immortali mentre il mare gonfia e urla onde di risacca contro il ponte ed io ci corro dentro cavalcando il 125 come fosse Ronzinante come tappeto volante come la Poderosa del Che e Mial come nave spaziale tra il traffico delle otto dentro quello scafandro canto seguendo il ritmo dell'oceano e bestemmio e rido e penso a giornate di sole evaporate e...

(Questo articolo era stato scritto in origine per il ventennale, nel 2012, e pubblicato su Hotel Morgana)   Mercoledì saranno trascorsi 20 anni esatti dall’attentato a Giovanni Falcone e la sua scorta. Sono sicuro che per il ventennale tutti tireranno fuori i fazzoletti e qualche frase retorica, un piccolo ricordo, una banalità loffia e due e tre promesse che si perderanno nel vuoto dei prossimi 20 anni. Immagino che le foto di Falcone siano dappertutto, trasformate in gadget e magliette e foto ricordo –che suonano un po’ strane, visto che a...

  Ho una sensazione -che non dovresti trovarti stasera con quest’uomo troppo folle per vivere con gli altri Bevine uno e anch’io me ne verserò, non temere -ecco, brava bevine uno per tutte le infinite volte che questa vita ti pare sprecata bevine uno per ogni volta che sai che c’è solo questa, e pazienza bevine uno per questa nostra notte piovosa e senza senso Non è amore quello che voglio stasera, lo sai bene fammi solo riempire il tuo bicchiere Bevine uno per le macchine che si bagnano fuori sotto il cielo gelido fuma pure, se vuoi e poi bevine uno Bevine uno per ciò che ci hanno tolto e noi sapevamo bevine uno per l’ottimo furto su queste tue labbra così tristi che non...

  Nel sogno mi trovavo in giardino. Era quello di casa, ma allo stesso tempo era troppo vasto per esserlo. Più che vasto, sembrava dilatato. Ogni volta che ne fissavo i contorni, parevano essersi spostati rispetto alla volta precedente. Solo le buche nel prato, le imperfezioni della staccionata me lo ricordavano, come se fosse una versione migliorata del mio giardino. Un cane era legato alla staccionata, vicino al palo dove stendiamo i vestiti. Il palo era vuoto, nudo come un albero in autunno, con braccia metalliche supplicanti sotto un cielo...

  Anni fa ho lavorato in una farm in Queensland, in un posticino scordato da Dio, dalle mappe e dal GPS a tre ore di macchina da Cairns. Io e Valerio, mio amico d’infanzia, raccoglievamo lime e mango e dormivamo in una piccola capanna a ridosso della piantagione. Erano giornate piene, faticose fino allo stremo, sudate da non dire. Di quelle giornate ho già scritto ampiamente in Latinoaustraliana, il mio romanzo. Non penso spesso a quel periodo, ma quando lo faccio, è sempre con piacere –come se dimenticassi la fatica,...

  Nel sogno c’era tanta gente vestita bene, in una villa sfarzosa ma non eccessiva. Doveva essere una festa, anche se non sapevo in occasione di cosa. L’idea era quella di un after-party dopo una presentazione, una prima, un evento in qualche modo importante. Come nei film , ma non esattamente: la gente non indossava smoking e non camminava con calici di champagne. Anche loro, come la casa, sembravano eleganti senza sforzo, in maniera non ricercata. Mi aggiravo tra un gruppetto e l’altro, riuniti a discutere di diversi argomenti...

  una fatica unica un tormento uno sforzo grottesco teso a un cielo dipinto su un muro -la tua faccia di sabato sera è più triste e fasulla di qualunque altro giorno e adesso è finita è notte –serpenti e vermi in quantità su pareti e sonni tutto il vuoto delle strade tutta la fine in ogni cosa nei tetti sul mare nelle giostre ferme negli alberi morti nel panorama depredato di tutte le sicurezze del mattino e i balconi, il silenzio i panni stesi ad asciugare e ancora bagnati nel gorgoglìo segreto putrescente della notte ormai malata di alba estirpo come tanti cancri ricordi troppo freschi per essere già liquefatti -le orecchie mi risuonano del tizio ubriaco che volevo stendere di quelle meraviglie per niente delle risate finte,...