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  Il cielo era sempre di un grigio malato, irreale, tanto da sembrare una cupola, o una di quelle bocce con dentro case disegnate e neve finta. Invece delle case disegnate, la colonna si muoveva in un panorama spoglio, brullo. Pochi alberi si frapponevano tra il gruppo che avanzava e l’orizzonte, che andava a perdersi dove l’occhio non poteva arrivare. L’aria stessa sembrava in attesa, come se dovesse piovere da un secondo all’altro ma poi non pioveva mai –e di quella pioggia tutti, per qualche motivo, sembravano aver bisogno. Bill Myer...

No, quella che mi fa veramente paura è la gente che beve come oro colato le parole dei tipi come Aoki, che ci crede incondizionatamente. Le persone che si lasciano incantare, che seguono in massa qualcuno che non produce niente, non capisce niente, ma parla bene, in maniera persuasiva. A queste persone non passa neanche per l’anticamera del cervello che potrebbero sbagliarsi. Non riescono neanche a immaginare che possono ferire qualcuno irreparabilmente, senza motivo. Non si assumono la minima responsabilità degli effetti della loro condotta. Sono loro, quelli...

Ogni tanto, quando incontro qualcuno che ha letto il mio “Latinoaustraliana” –un fenomeno a metà tra gli unicorni e la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno- capita che mi chiedano: oggi lo riscriveresti nello stesso modo? Che domande, verrebbe da dire. Chiaro che uno scrittore cresce, cambia, si evolve, si fissa, impara, dimentica, si trova o si perde. "Latinoaustraliana" è stato scritto tra il 2008 e il 2010, quindi sono passati sette anni. Un autore non dovrebbe ripetersi mai, dovrebbe mirare a crescere, bla bla bla. Forse dovrei dire tutte queste...

    quando ero giovane immaginavo il palazzo dove stavo abitato da tutti gli scrittori che mi aiutavano a vivere facendomi dimenticare della vita -in una stanza sul retro John Fante si muoveva in circolo furiosamente disperatamente sempre aspettando Camilla da quel balcone ingombro di carte appallottolate -Pirandello metteva su il caffè la mattina presto poi si infilava in bagno per evitare Saroyan & il suo insulso chiacchierare di favole & sole -a Céline bisognava passarlo da sotto la porta solo le sue donne potevano entrare -Hemingway spuntava per pranzo portando pesci & storie difficili da credere -tutti a tavola con Miller che chiedeva prestiti alle pance piene e sognava solo di fuggire -nella stanza accanto Kerouac e gli altri tenevano la musica alta e riuscivano a far incazzare tutti essendo...

  nessuno scrive poesie di lunedì sera nessuno fa rivoluzioni con il malditesta nessuno si aspetta un sorriso nel treno verso casa   nessuno immagina mai la pioggia quando c’è il sole   e viceversa.     Marco Zangari © 2017...

  se non è la stanchezza è la macchina che non parte se non è la macchina sono i casini con la tua donna se non è la tua donna è l’eccesso di lavoro o la mancanza di lavoro o il lavoro se non è il lavoro è l’otturazione ai denti da rifare o quella strana macchia che ti devi ancora far controllare se non è la macchia sono le telefonate che devi ancora fare se non sono le telefonate è il mal di vivere che provi a curare quando tutto intorno è notte se non è il mal di vivere sono mille pensieri quotidiani come una nuvola spezzettata in tanti piccoli, ostinati temporali che...

  Premessa necessaria: a settembre saranno dieci anni dal mio arrivo in Australia. Nessuno mi ci ha costretto nè tantomeno mandato. Sarei potuto tornare indietro in qualunque momento –come in effetti ho realmente fatto, ad un certo punto. Ho passato la fase della luna di miele con Oz, quella della nostalgia struggente del Belpaese, quella della repulsione italica e quello dell’insofferenza australiana. Alla fine ho raggiunto un mio equilibrio. Come dice Paul Valery: “Mi sono amato, mi sono odiato, e poi siamo invecchiati insieme”. Non passo il tempo sui gruppi Facebook...

È stato un periodo disordinato, frammentato, con spazi ristretti e scatti di corsa. Per questo, l’unica lettura possibile sono stati i racconti, da masticare tra una fuga e un ritorno, in attesa, tirando il fiato. La Minimum Fax è una delle mie case editrici preferite, con una cura e una ricerca nei suoi prodotti che creano un risultato spesso di qualità. Per questo mi sono fidato nella lettura dell’antologia “L’età della febbre”, che riuniva tutte le voci più innovative e importanti under 40 (fa un po’ strano pensare che...

il punto non è le domande che mi fai ma le risposte che mi appiccichi addosso lo so, dico sempre -è una lunga storia- e con questo intendo tutto a quel punto mi tuffo nel bicchiere sperando di cogliere la visione di com’è la vita su una spider con altre persone giugno, il mare e occhiali da sole -com’è, su quelle barche che non saprei nemmeno portare -com’è, in quelle teste senza alcun pensiero se non –prossimo pasto prossima cagata andare al lido venerdì sera- -com’è, quando ti hanno sistemato tutte le buche per strada e devi decidere solo con che auto correrci sopra -com’è, in quei viaggi per pochi quei locali per pochi anche se...

(L'O.P.G. -Ospedale Psichiatrico Giudiziario- aveva preso il posto degli antichi Manicomi Criminali. NdA)   Avevamo tutti una famiglia, bella o brutta. Avevamo degli amici. Qualcuno di noi aveva anche un amore. Una volta superato quel cancello non avevamo più niente, esattamente come tutti gli altri. Natale era il periodo che ricordo meglio. C’era spesso il sole. A volte sembrava quasi primavera, ma poi l’inverno tornava bruscamente a riempire di gelo le stanze piene di polvere e i vialetti del cortile. Partivo da casa e facevo apposta una lunga deviazione per poter vedere il...