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  Prima di sedermi indosso una camicia che sembra una vela quando si gonfia di cielo e oceano All’orecchio un anello che sa di un bacio e mille dolori Sul braccio cicatrici dei Tropici sulle mani odori di cose di tutti i giorni Sul viso una barba a ricordarmi qualcosa che non voglio scordare Sulle spalle un tatuaggio che mi dà un posto dove andare In faccia rughe per le risate rughe per lo star male e quel sorrisetto che non se ne vuole andare In testa capelli bianchi, negli occhi sogni ai piedi scarpe che hanno fatto chilometri Prendo in mano una penna infinita e sono pronto.   Marco Zangari © 2011 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari Questa poesia...

  Quello che sto cercando di dire è che il gioco della letteratura funziona solo da digiuni, solo quando hai fame. Solo allora lo spirito si modifica, solo allora il cuore cambia il battito, la carne impara dal sangue, il sangue dall’aria nei polmoni. Il gioco della letteratura è solo per chi non mangia. Il mestiere di scrivere è per chi non ha da mangiare. Il mestiere di leggere è per chi ha la stessa fame di chi scrive. Questo è tutto quello che avevo bisogno di sapere, e...

  Sta piovendo ed io devo fare qualcosa. Solo che non so cosa.   Sono qui al mio tavolo, a far scivolare i tasti su questa tastiera, e fuori piove. Sento la pioggia cadere sul balcone, sulle macchine in coda, su quelle che sono riuscite a sfuggire al rosso del semaforo. La sento accarezzare i muri e inghiottire i palazzi. La sento e mi dico che è il momento di agire. Un bel corso universitario sembra la risposta giusta. Ma aspetta: lo è davvero? Potrei andare a lavorare, ma al momento è...

“Maybe money can’t buy happiness, but it can rent it for a long time” Non sono così sicuro che “Il potere del cane” –il potente drammone sul narcotraffico messicano (e mondiale)- necessitasse di un seguito, ma sono davvero contento che Don Winslow l’abbia scritto. Del “Potere” ho già scritto lungamente sul Morgana (potete leggere la recensione qui), e il discorso resta valido per “Il cartello”, nuova opera dello scrittore americano che fa tornare in scena (in maniera forse un po’ troppo “hollywoodiana”) i due protagonisti della scorsa avventura: l’agente della...

– Scovai un muro pieno di nomi. Era il Welcome Wall, e quelli erano solo alcuni dei milioni di emigranti che avevano fatto di Oz la loro casa. Dando un’occhiata veloce, si trovavano tantissimi nomi italiani. Ti chiedevi come doveva essere stato, arrivare dopo un viaggio così lungo in una terra sconosciuta, dove fa caldo a dicembre e freddo ad agosto. C’erano delle frasi di alcuni emigranti. Alcuni dicevano di essere scoppiati a piangere, all’arrivo. Altri avevano paura. Non vedevano città, case, niente. Un’altra lingua, un altro clima....

Deliver my soul from the sword; my love from the power of the dog. Premetto al volo un paio di cose: intanto, che questo genere (noir o hard-boiled o poliziesco o comunque vogliate chiamarlo, tanto alla fine esula da tutte queste definizioni e poi spiegherò perchè) non è tra i miei favoriti, anzi non lo leggo quasi mai. Poi, che a questo libro sono arrivato nella maniera forse più improbabile, cioè tramite una citazione in uno dei fumetti del noto disegnatore romano Zerocalcare. Fine delle premesse, passo subito al punto: “Il...

Every long marriage has two hearts, one light and one dark. Here again is the dark heart of theirs. La protagonista di questo romanzo di Stephen King datato 2006 è Lisey (dopo le prime duecento pagine ho smesso di chiedermi come si potesse mai pronunciare), vedova dello scrittore di successo Scott Landon –ancora una volta, proiezione letteraria dello stesso King. Nonostante siano passati due anni dalla morte del marito, Lisey sembra ancora bloccata nel lutto, incapace di tornare ad una vita piena, non ancora pronta a staccarsi dalla figura...

  Non importa chi tu sia -che ci creda o no arriverà un giorno in cui vedrai un tuo collega che non sta producendo quanto produci tu e lo guarderai con astio, rimprovero un cupo borbottìo da bambino deluso e un senso di terribile ingiustizia Arriverà il giorno in cui saprai qualcosa che gli altri ancora non sanno ma non la dirai ai nuovi arrivati né ai colleghi di una vita per non farti superare per poter essere il primo -e li guarderai scuotendo la testa e stando bene attento a non farti scoprire Arriverà il giorno in cui guarderai al tuo capo come si guarda a un padre severo e farai di tutto per un suo sorriso una sua parola buona la sua attenzione e cercherai di...

  Ho sempre trovato struggente (sì, oggi è uno di quei post lì) il finale strumentale della “Smisurata preghiera” di Fabrizio De Andrè. Tutta la canzone lo è, e il testo è uno dei più riusciti di Faber (e che mi ha costretto a leggere tutta la trilogia di Alvaro Mutis su Maqroll il Gabbiere, che qua e là, con rispetto a Fabrizio, concilia parecchio il sonno). La frase “Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria/ col suo marchio speciale di speciale disperazione” è da tatuare sull’anima di tutti noi, poveri...

  Il caro leader arrivò puntuale strinse mani andando verso il palco lo accolse un boato mani che battevano occhi in attesa il caro leader si avvicinò con modestia al microfono fece una battuta per rompere il ghiaccio tutti risero anche se non l’avevano capita -più simpatico dell’ultimo leader meno del prossimo- il caro leader disse che non era mai stato così lontano da casa disse che eravamo fortunati ad avere quel cielo blu -nel pubblico c’erano i bambini di una scuola e per il resto, perlopiù anziani- il caro leader si mise a scherzare con i bambini loro ridevano ce l’aveva nel sangue tutti si sentirono rassicurati ad averlo come leader nessuno fece domande qualcuno salì sul palco a consegnargli dei...