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  Ogni ora è scendere nell’inferno della mia mente tra mosche, marcio, vermi colpi di stato tra eserciti- fantoccio lo scarico intasato dai rimorsi una donna che urla alla finestra cani ammattiti di rabbia che si mordono le ferite per terra foto mezze sciolte mezze bruciate colorate di me, di altri di personaggi mai davvero esistiti e un vento caldo che sale dal basso portando con sè tutti i pianti mai fatti tutte le urla taciute un seno gigante & un sospiro e un cassetto di poesie pieno di fogli bianchi rivolo, gorgoglìo, buio occhi di fumo buio rumore di acqua, qualcosa che sbatte buio e io lì, perduto timido e stanco, come il primo giorno -io che barcollo come da copione che mi studio...

  (Questo pezzo è il primo, storico post dell’ Hotel Morgana, il blog/community che ho fondato nel lontano 2007 insieme ad un amico. Il Morgana nasceva prima dei social, e negli anni ha permesso a tanti visitatori di scrivere, condividere, riflettere e chiacchierare davanti ad un Mojito. Io stesso ho scritto centinaia di post, alcuni dei quali sono poi entrati a far parte del mio romanzo, “Latinoaustraliana”. Se volete fare un giro nell’Hotel, potete cliccare qui.)   Iniziare un viaggio non è mai semplice. Ci sono sempre valigie da preparare, voli da prenotare,...

  Nel più profondo del suo spirito, Tazaki Tsukuru capì. A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità. Non c’è pace esente da grida di dolore, non c’è perdono senza sangue sparso sul terreno, non c’è accettazione che non nasca da una perdita. Perché alla radice della vera armonia ci sono dolore, sangue e perdite. Dopo le notti insonni passate sul “Potere del cane” di Winslow, cercavo qualcosa...

Ricalcando i suoi passi provavo pietà, una straziante simpatia per quell'uomo che aveva errato senza meta, anno dopo anno, chiuso nel suo assurdo segreto, un segreto che non poteva confidare a nessuno e che nessuno doveva conoscere, pena la morte. Poi pensavo ai bambini, alle fotografie dei loro corpi scattate all'Istituto di medicina legale: orrore allo stato puro, un orrore tale da costringerti a chiudere gli occhi, a scuotere il capo la realtà.  Avevo sentito parlare di Carrère e avevo sentito parlare di questo suo romanzo, “L’avversario” (Adelphi), diventato...

  È un po’ che manco da queste parti. Ho avuto un’estate (italiana) in mezzo all’inverno (australiano), con una confusione di climi, latitudini e destinazioni di cui parlerò nel prossimo post (sempre che non lo rimandi a Natale). Ho anche una novità importante, che potete vedere qui. Ne avevo già accennato, e ne parlerò bene in seguito. Ha ragione il mio amico Ettore: quando si arriva alle cose importanti, la mia frase tipica è “poi te ne parlo”. Mamma mi ha fatto così, e adesso mi dovete piangere voi. Una cosa che non potevo...

  La vita non è come i film, diceva il personaggio di un altro film. Nei film non ci sono tempi morti, nella vita ce ne sono parecchi. Vero. Passi settimane e mesi a loro modo stancanti, intensi, perfino logoranti, ma se qualcuno pronunciasse la fatidica frase “Che fai per ora?” non sapresti che rispondere. La mente andrebbe a cercare ciò che si nasconde all’altra estremità di questa perdita di ore e minuti, e tornerebbe a mani vuote come un cane da caccia mandato a recuperare una preda mai davvero colpita...

  L’altro giorno passeggiavo nel mio quartiere. Si trova ad una quindicina di chilometri dal centro, ed è considerata una delle periferie lontane. Come successo già altrove, stanno costruendo un po’ dappertutto. Il boom della casa, che da queste parti sembra non conoscere mai crisi. Sindaci e investitori continuano a dire che terrano i prezzi bassi, una volta che le costruzioni saranno terminate. Quello che succederà, invece, sarà che venderanno appartamenti con una stanza da letto a partire da 500.000 dollari, ma questa è una stima ottimistica. È già successo...

  Se la stava prendendo comoda, come sempre. Aveva ancora da fare la valigia, ma questo non era un problema. Passò il pomeriggio a guardare la televisione senza realmente vederla, intento con diverse parti della testa a pensare alla partenza, alle cose da portare, a quelle di cui poteva fare a meno. Altro canale. Al fastidio di viaggiare la notte, al sonno perso, alla cena da fare in fretta o evitare. Altro canale. Al ricordarsi di chiudere acqua, luce e gas. Altro canale. Altro canale. Alla fine spense la televisione e...

  E’ successo molto tempo fa. I fuochi d’artificio dovevano fare ancora la loro comparsa. Per evitarli, ci eravamo rinchiusi nel primo pub che avevamo incontrato. Non c’era molto da fare. Eravamo giovani, a quel tempo. «Che prendi?» Jack Daniels, risposi, e me ne andai subito in cerca di un tavolo. Era un giorno di festa e il locale era pieno. Alla fine trovai un tavolino lontano da tutti, e accanto solo un tizio che stava ciucciando con calma dal suo bicchiere. Mi sedetti, facendo finta di aspettare gli altri. Da...

  Su una sponda del lago risate di bambini gita, voci che si rincorrono che spingono il cielo a scoperchiare le nuvole Su un’altra sponda resti di falò, bottiglie vuote orme e racconti di una notte prima di spogliarsi di tuffarsi fra le acque E poi calma, silenzio erosioni pazienza su su fino alla diga oltre la quale il nostro sguardo non riesce ad andare È lì accanto che ci riposiamo noi che ci sdraiamo -accanto al muro impenetrabile -sempre domandandoci cosa ci sia oltre riflettendo Forse, riposando.   Marco Zangari © 2015 www.marcozangari.it Pagina Facebook: Marco Zangari  ...