Scrittore Latino Australiano | Marco Zangari
Scrittore italiano emigrato a Sydney, autore di Latinoaustraliana, che racconta la vita dei giovani italiani trasferiti in Australia in cerca di lavoro.
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Mi siedo di fronte al cielo blu con le sue nuvole bianche e stendo il solito schermo srotolandolo fino all’orizzonte e su quello schermo proietto il cielo che mi sento dentro Ed il panorama diventa tempesta che allaga tutto pioggerella fitta che inzuppa senza fretta qualche volta sole accecante di altre mattine lontane Ed il cielo diventa casa dall’altra parte del mondo diventa ricordi coi loro odori di terra marcia a settembre e venti d’estate si fa paura del futuro e progetti da aprire il cuore Poi nelle domeniche migliori riesco a riavvolgere lo schermo a riporlo insieme a penne e diari e mappe e finalmente vedo il cielo per quello...

Se potessi mi porterei dietro le pietre e i sassi l’acqua verde del mare dopo la tempesta quella trasparente di quando tira scirocco mi porterei l’indolenza del dopopranzo l’abbraccio da dopoguerra l’odore dei sentieri intrisi di sale le spiagge deserte di settembre quelle golose delle notti d’estate mi porterei il ciabattare verso casa, dopo il mare quei tramonti di fine estate la vista delle isole e del sorriso di mia madre mi porterei anche i guai e i problemi che non sembrano mai mancare anche se sono sempre gli stessi e ne parliamo con nuove parole mi porterei la confortevolezza delle tradizioni degli amici che ti dicono tutto sempre con le stesse espressioni mi...

Come poggiare una boccetta d’inchiostro su un fazzoletto e anche se la boccetta è perfettamente chiusa ritrovare poi il fazzoletto completamente intriso d’inchiostro E in quell’inchiostro ritrovare le parole che non riesco a scrivere che non trovo per parlarne che lasciano il volto a dire quel che io non so più dire E questo volto ritrovarlo assorto a osservare il cielo che pare d’un solo colore ad ascoltare suoni dal balcone che sembrano tutti sottovoce o troppo forti comunque distanti Ed in quel balcone restare per ore gesti lenti occhi pesanti tempi sospesi ed il telefono spento di quando non voglio che nessuno mi rompa i coglioni e desidero che me li rompano Di quando non so spiegare come mi sento quando mi sento...

  Vedendo gli scaffali vuoti ai supermercati in televisione voglio pensare che sia stato un errore una lista della spesa finita male un calcolo prudente dopo serate a mangiare thailandese Voglio pensare che sia stata un’invenzione un complotto dei giornali per aver qualcosa di cui parlare della lobby -una qualunque- che ci vuole tenere tutti in tensione Voglio pensare che sia stato un modo strano di volersi bene un rimedio per quelli che hanno più culo che anima un regalo bizzarro alla nostra parte più bambina Voglio pensare che quei chilometri di carta siano serviti a scriverci poesie e buone intenzioni e lettere per chi è solo come noi Che siano serviti ad asciugarci dopo aver fatto l’amore per ore o anche solo per farci le mascherine come in quel...