Tutti i post in: Yellow House

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La comunità creativa Yellow House ospita artisti esordienti e i loro racconti, poesie, illustrazioni e foto per contaminarsi e trovare nuove ispirazioni

All’interno della Yellow House ognuno è libero di partecipare come crede, con le proprie opere o lasciandosi ispirare da quelle degli altri.

Di seguito trovate i miei contributi

  Il mondo era rimasto senza amore. Le persone continuavano a fare sesso e a riprodursi, ma non come prima. Andare a letto con qualcuno era una questione tecnica, di carattere squisitamente medico come un esame dal proctologo, e come tale non se ne parlava in giro. Lo facevi perchè dovevi, poi tornavi alla tua vita di sempre. Al posto di unioni e matrimoni c’erano individui che interagivano tra l’altro, in maniera più o meno cordiale, ma con una freddezza di fondo giustificata dal fatto che “così sono tutti”. Le...

Io è un altro. Rimbaud Se sei abbastanza fortunato, riesci ad evitare lo specchio. Io non sono fortunato. Mi trascino fino al bagno ed eccomi lì. Non che mi dispiaccia quello che vedo, diciamo più che ci ho fatto l’abitudine, come la casa abbandonata alla fine della strada. Ci passi davanti tutte le mattine finché non fai neanche più caso alle scritte sui muri, al giardino incolto, al tetto che cade a pezzi. Faccio andare il rubinetto, acqua sulla faccia. Io che volevo mantenere un fisico decente. Che credevo che i capelli...

  Questione di come ti svegli la mattina questione di Parche che tessono il tuo destino & affitto pagato mentre ascolti la pioggia cadere – ti svegli così un anno più vecchio qualche anno meno giovane ho costruito parchi gioco tra i miei capelli bianchi e per fare un giro delle mie rughe faccio pagare il prezzo di un bacio ho passato i miei muscoli ai miei pensieri mentre siedo a guardare amori in bici che passano e vanno via in un’eterna mattina di sole ho visto stomachi allargati e guerre infinite ho barattato giorni per pochi minuti e in quei minuti sono stato vivo sono stato me stesso sono stato perso in quei...

  Ogni ora è scendere nell’inferno della mia mente tra mosche, marcio, vermi colpi di stato tra eserciti- fantoccio lo scarico intasato dai rimorsi una donna che urla alla finestra cani ammattiti di rabbia che si mordono le ferite per terra foto mezze sciolte mezze bruciate colorate di me, di altri di personaggi mai davvero esistiti e un vento caldo che sale dal basso portando con sè tutti i pianti mai fatti tutte le urla taciute un seno gigante & un sospiro e un cassetto di poesie pieno di fogli bianchi rivolo, gorgoglìo, buio occhi di fumo buio rumore di acqua, qualcosa che sbatte buio e io lì, perduto timido e stanco, come il primo giorno -io che barcollo come da copione che mi studio...

  Quando ti trovi a dover aspettare l’esito, potenzialmente negativo, di qualcosa, cominci inconsciamente ad escludere alcune parole e associazioni dalla tua mente. Almeno, io faccio così. È il mio solito pilota automatico, che entra in funziona non appena si alza la nebbia (una più spessa del solito, in ogni caso) e non si riesce più a distinguere bene quello che c’è davanti. A quel punto, ci sono solo due scelte: o bloccarsi ed aspettare che la nebbia passi, o tirare dritto con quello che si ha, contando, di...